Abbazia: definizione e informazioni

L’abbazia, conosciuta anche con il nome di abazia o di badia, è un edificio religioso con a capo un abate o una badessa che regge una comunità di monaci o monache. Sorge, in genere, in punti strategici e per gran parte della sua storia (prima della decadenza) ha avuto una particolare importanza nei diversi territori.

Abbazia, perché si chiama così

Il nome abbazia deriva dal tardo latino abbatīa (abbas o abbatti), che significa “abate/ciò che è dell’abate”. Inizialmente il termine indicava la carica al comando del gruppo di monaci/che (abate o badessa), ma in seguito andò a definire anche il complesso di possedimenti amministrati dall’abate o badessa. Nell’epoca feudale le abbazie divennero sempre più importanti anche a livello politico ed economico, date le loro posizioni strategiche e ricchezze di beni.

Abbazia, caratteristiche e organizzazione

Le abbazie hanno una propria autonomia e un regolamento/costituzione, che amministra la comunità di monaci. Il loro compito primario è diffondere il messaggio divino e avvicinare i fedeli. Il complesso abbaziale è costituito da tutti gli edifici e i territori sotto il controllo dell’abate o badessa. 

Spesso le abbazie gestivano ingenti patrimoni fondiari (terreni) e per questa ragione i monaci iniziarono a produrre ciò di cui necessitavano proprio all’interno dei possedimenti abbaziali. Questo sistema economico condusse le abbazie ad accumulare più beni di quanti ne servissero nel quotidiano, così i monaci iniziarono a vendere le eccedenze, aumentando le ricchezze economiche dell’abbazia stessa.

Ancora oggi acquistiamo alimenti, bevande o altri beni associati al mondo delle abbazie, sia prodotti dai monaci stessi che semplicemente derivanti da una loro antica tradizione (es. formaggi e prodotti caseari in genere, vini, liquori, tisane e erbe o alcune famose birre). L’influenza delle abbazie sulla nostra cultura è tuttora vivissima.

Breve storia delle abbazie

La prima abbazia di cui abbiamo documentazione risale al 320. Fu fondata a Tabennisi nella Tebaide (regione dell’antico Egitto) da Pacomio, monaco cristiano egiziano divenuto poi Santo, fondatore del monachesimo cenobitico e ideatore della più antica regola monastica.

Pacomio era convinto che l’ascetismo cristiano si sarebbe realizzato meglio in una vita in comunità, piuttosto che isolandosi come eremiti. Alla costruzione dell’abbazia voluta da Pacomio ne seguirono moltissime altre, sia in Oriente che in Occidente. Altre regole interne furono elaborate e nei secoli nacquero numerosi ordini monastici, sparsi nei diversi territori (es. ordine dei cluniacensi, cistercensi, carmelitani, domenicani, francescani ecc).

Le abbazie vissero un primo periodo di decadenza nel corso del IX e il X secolo, quando furono assaltate e depredate dalle incursioni saracene e ungare. Molte delle abbazie più ricche e potenti, sopravvissute alla distruzione, decisero di fortificarsi come castelli, accrescendo la propria autonomia e il potere sul territorio.

Cluniacensi e cistercensi: un piccolo approfondimento

Per rendere il quadro più completo sulla storia delle abbazie, è necessario inserire alcuni accenni su due degli ordini monastici più importanti

  • Cluniacensi;
  • Cistercensi.

La Congregazione cluniacense (dall’abbazia di Cluny nella regione della Borgogna-Franca Contea) è una delle nate dall’Ordine di San Benedetto. Fu istituita nel settembre 909 quando Guglielmo I duca d’Aquitania, sovrano franco, offrì a Bernone di Baume (abate franco conosciuto anche come Bernone di Borgogna) un suo possedimento a Cluny affinché fondasse un monastero sotto la regola benedettina.

La fama dell’abbazia di Cluny crebbe in poco tempo e sotto Oddone (il secondo abate reggente) furono numerosi i monasteri satelliti all’abbazia madre, autonomi ma comunque obbedienti all’abate di Cluny. Divenne il luogo di maggiore richiamo della cristianità e la più prestigiosa e sovvenzionata istituzione monastica dell’intera Europa fino al XII sec.

L’Ordine cistercense nacque a Cîteaux in Borgogna (in latino Cistercium, da cui il nome cistercensi), dal distacco dall’ordine cluniacense di una corrente di monaci rigorista. L’abbazia di Cîteaux fu fondata nel 1098 dal benedettino francese Roberto di Molesme.

Lo scopo dell’ordine era di creare una comunità di monaci che vivesse in osservanza dell’austera regola di san Benedetto, basata su preghiera e lavoro. Nonostante le intenzioni iniziali il monastero divenne una famosa e ricca abbazia, con un gran numero di monasteri dipendenti. 

Cluniacensi e cistercensi hanno influenzato non solo gli ordini monastici, ma anche lo stile architettonico delle abbazie. L’ordine cluniacense non favoriva un vero e proprio stile architettonico, ad esempio il romanico (lo stile più comune in Italia), o il gotico (più tipicamente francese), ma si avvicinò alle diverse tendenze in voga.

Nonostante la mancanza di uno stile tipico, l’ordine cluniacense promosse una fiorente architettura poiché furono svariati i monasteri fondati e dipendenti dall’abbazia di Cluny. I cistercensi, al contrario, svilupparono uno stile architettonico ben riconoscibile per la costruzione delle loro abbazie. 

L’austerità e la funzionalità ai modelli benedettini dell’architettura cistercense si contrapponeva all’estetica ricercata dell’architettura cluniacense. Le chiese cistercensi erano, in genere, a 3 navate e a croce latina, con presbiterio a terminazione rettilinea e coperte con volte a botte. Al transetto si aggiunsero cappelle orientate, mentre le facciate erano semplici e senza elementi di spicco (es torri, campanili).

Solo più tardi, dalla metà del XII sec, anche l’architettura cistercense si avvicinò allo stile gotico, soprattutto in Francia. In alcune aree (come nella stessa Francia del Sud, in Italia, Germania o Spagna ad esempio) si mantenne la sobrietà tipica degli inizi.

Decadenza e fine delle abbazie

Una delle ragioni che portarono alla decadenza delle abbazie fu la nascita degli ordini mendicanti, che a partire dal XII sec. iniziarono ad affermarsi. Gli ordini mendicanti – tra i più famosi citiamo domenicani, francescani e carmelitani – predicavano la povertà, sia dei singoli che degli interi conventi. 

I mendicanti non possedevano proprietà, vivevano di elemosine e di lavoro, imitando la vita povera di Cristo. Criticavano la ricchezza degli abati e del clero e si rifacevano alle parole di San Francesco e San Domenico. Una vera rivoluzione che portò molti monaci a lasciare le abbazie, per dedicarsi a diffondere tra la gente la parola del Signore.

I monumentali complessi abbaziali, prima potenti e ricchi, iniziarono a perdere importanza ritrovandosi con comunità di monaci ridotte. Le abbazie persero potere anche a causa della crescita delle città, che iniziarono ad attirare ricchezze e lavoratori dalle aree rurali, togliendo loro l’importanza strategica sul territorio. 

Dal XVI secolo si aprì un altro difficile periodo per le abbazie e gli ordini monastici. La riforma protestante portò un enorme scompiglio nel mondo religioso. I vescovi e gli abati, divenuti protestanti, iniziarono a reclamare beni associati alle cariche ecclesiastiche, ora considerati ereditari e di loro proprietà.

I contrasti tra cattolici e protestanti furono tra le cause delle Guerra dei Trent’anni (1618 e il 1648), una delle più distruttive e sanguinose mai vissute dall’Europa. I morti furono milioni e i centri abitati e le campagne devastate furono moltissime, nulla fu risparmiato. 

Le secolarizzazioni dei beni (ovvero il passaggio da proprietà ecclesiastica a civile), avvenute più volte tra XVII e XIX sec., inflisse un ulteriore colpo alle abbazie, e la soppressione degli ordini monastici sancì la fine per la maggior parte di questi complessi. 

Architettura delle abbazie: come erano composte?

Le abbazie, essendo destinate ad ospitare comunità di monaci, dovevano rispondere alle esigenze di un gruppo numeroso di persone. Divennero ovunque come piccole città autonome, che comprendevano elementi architettonici comuni: 

  • La chiesa;
  • L’abitazione dell’abate;
  • La sala capitolare (per le riunioni);
  • Il dormitorio;
  • Il chiostro (circondato da portici);
  • La foresteria; 
  • La biblioteca; 
  • I magazzini; 
  • Le officine;
  • I laboratori;
  • Il refettorio. 

In alcuni casi comprendevano anche delle fortificazioni. Alle abbazie erano associati anche possedimenti terrieri per la produzione di alimenti di vario genere, utili al sostentamento quotidiano dei monaci.

FAQ sulle abbazie

Monastero o abbazia? Qual è la differenza? 

Nei monasteri vivono comunità di monaci o monache guidati da un abate o badessa, ma non tutti i monasteri sono abbazie. Per definirsi abbazia un monastero deve essere, per il diritto canonico, un ente autonomo. 

Abbazia e cattedrale, differenze.

L’abbazia è un ente autonomo che ospita una comunità di monaci e che oltre alla chiesa possiede altri beni e locali. La cattedrale è la chiesa più importante di un centro urbano. Il termine cattedrale deriva da cattedra, intesa come cattedra del Vescovo, da essa ospitato. 

Abbazia e chiesa, in cosa differiscono?

L’abbazia fa capo ad un abate, ospita una comunità di monaci ed è autonoma per il diritto canonico. Una chiesa è uno degli edifici comuni dedicati al culto cristiano, che però non ha la denominazione di cattedrale, monastero, abbazia ecc. Ad esempio nelle parrocchie (una parte di una diocesi) c’è la semplice chiesa parrocchiale.