Il primo Maggio, festa del lavoro, in Italia viene celebrato con concerti nelle maggiori piazze, in tutta la provincia di Teramo è celebrato con tanti concerti di sapori, colori e suoni che sono racchiusi in un piatto meraviglioso ed unico che va sotto un nome nobile ed impegnativo : Le Virtù. Qualcuno dice che questo piatto faccia parte del patrimonio intra città di Teramo; in realtà, ne abbiamo ampia testimonianza, era molto diffuso in tante zone della provincia; nella Valle delle Abbazie è molto diffuso, sia nelle famiglie sia nei ristoranti, agriturismi, ecc. che registrano il tutto esaurito, esiste ormai da anni un servizio da asporto. Abbiamo detto più volte che esiste un cibo per ogni occasione, Maggio ci riserva altre prelibatezze, che avremo modo di raccontare, oggi descriviamo
Le Virtù, piatto così detto povero della cucina teramana.
Più che una ricetta è un modo di essere tramandato nella tradizione contadina e legato all’economia familiare. Le brave massaie in primavera racimolavano tutte le scorte che durante l’inverno avevano usato con parsimonia per non rimanere senza nel caso l’inverno si fosse prolungato troppo: legumi, maiale e quant’altro di commestibile che nelle loro dispense conservavano con maestria. Ma a primavera inoltrata, quando la natura ricominciava a dare i suoi frutti, si potevano usare tutti i così detti “avanzi”.
La tradizione vuole che insieme alle rimanenze dell’inverno venissero usati i nuovi frutti della terra, sia verdure spontanee che coltivate.
Nei miei ricordi d’infanzia il primo maggio era una festa in tutti i sensi. Lo era vedere la nonna che si affaccendava nei preparativi: puliva le cotenne, lessava i legumi, rigorosamente separati, cuoceva e sgrassava i rimasugli di prosciutto che poi, ridotti in piccole parti andavano ad insaporire gli altri ingredienti che man mano venivano aggiunti, naturalmente facendo attenzione ai tempi di cottura. Lo era l’attesa dell’arrivo dei parenti che avrebbero condiviso con noi questo piatto, “povero”, ma pieno di sapori che ancora oggi è molto apprezzato.
Alcuni pensano che sia un minestrone, ma è ben altro, si può dire che racchiude in se la storia di una civiltà che oggi si nasconde dietro la fretta del fare.